Secondo l’Autorità Garante la norma “appare suscettibile di creare restrizioni della concorrenza nell’offerta di servizi di riqualificazione energetica a danno delle piccole e medie imprese, favorendo i soli operatori economici di grandi dimensioni”.
L’Antitrust, nella sua adunanza del
12 giugno 2019, ha inteso formulare alcune considerazioni in merito alle
criticità concorrenziali derivanti dall’art. 10 del Decreto Legge n. 34, del 30
aprile 2019 – convertito nella Legge n. 58 del 28 giugno 2019 – recante “Misure
urgenti di crescita economica per la risoluzione di specifiche situazioni di
crisi” (cd. Decreto Crescita), integrativo della vigente disciplina in materia
di incentivi fiscali riconosciuti in ipotesi di interventi di riqualificazione
energetica e di adozione di misure antisismiche (cd. “ecobonus” e
“sismabonus”).
Il parere che riportiamo integralmente è
pubblicato sul Bollettino settimanale Antitrust n. 26 dell’1 luglio.per approfondimenti
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Sinteticamente, l’Autorità ritiene che la norma in oggetto, nella misura in cui non prevede la possibilità di successiva cessione del credito a terzi, con le modalità opportunamente definite dall’Agenzia delle Entrate, possa generare un’indebita distorsione del mercato a vantaggio di pochi operatori, a detrimento delle imprese di medie e piccole dimensioni attive nell’offerta dei servizi di riqualificazione energetica, con evidenti ricadute negative ai danni dei consumatori, i quali vedrebbero significativamente ridotta la loro libertà di scelta. In questo senso, appare necessario modificare la norma in commento – introducendo la richiamata facoltà di cessione del credito – al fine di non discriminare le PMI.
Inoltre, si rileva che, da quanto è emerso, le imprese di più grandi dimensioni – multiutilities – non sempre svolgono direttamente i lavori, ma ricorrono allo strumento del subappalto. Al riguardo, al fine di ampliare la possibilità per le PMI di operare su questi mercati, si potrebbero ipotizzare specifiche previsioni che stabiliscano, ad esempio, quote di lavori in subappalto di dimensioni tali da consentire una più ampia partecipazione di tali imprese, tenendo conto delle specificità delle prestazioni oggetto di affidamento e nel rispetto dei limiti previsti dall’art. 105 del Decreto Legislativo n. 50, del 18 aprile 2016, recante “Codice dei contratti pubblici”. Tanto premesso, l’Antitrus auspica che gli organi in indirizzo, in sede di conversione in legge del Decreto Crescita, vogliano tenere in debita considerazione le considerazioni formulate e vogliano adottare le opportune modifiche che valgano a eliminare le distorsioni della concorrenza”.
N. C. – Ufficio Stampa Conflavoro PMI Prato